C’é sempre stato questo fenomeno per fortuna sporadico, ma in questi ultimi tempi é in pericolosa crescita e sempre piú spesso se occupano i media e i TG (anche quello di oggi, domenica 26 gennaio mentre scriviamo). L’hanno denunciato persino le alte cariche dello Stato. E’ un fenomeno da Paesi sottosviluppati, non deve e non puó essere certo il nostro. E’ quotidiano. Piú delle volte neanche denunciato. La vittima stessa tende a non denunciarlo, armato di pazienza e di amore per il prossimo. E’ il fenomeno della violenza sui camici bianchi, sia medici che infermieri, che quasi sempre, anzi sempre, subiscono da martiri. E se non basta il paziente a volte ci si mette il parente, che puó arrivare ad avere reazioni peggiori del paziente.
E’ un lento e episodico ma quasi costante bollettino di tribú selvaggia.
Tre infermieri picchiati, un coltello brandito contro un medico, un sabato sera di pochi giorni fa all’ospedale San Giovanni di Roma, ad esempio. Mani addosso a un medico anche ad Augusta, nel Siracusano, dove una dottoressa dell’ospedale è stata presa a pugni e schiaffi da una paziente sessantenne. Sanitari picchiati nel salernitano per la morte in corsia di un pazienta. La lista si allungherebbe. Un romano di 37 anni, forse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che prima si era gettato dal sesto piano di un edificio, e poi, portato al pronto soccorso, si è scagliato contro gli operatori. Ma non finisce qui: raggiunge la mensa del personale, si impossessa di un coltello e con esso minaccia chi lo circonda. Devono intervenire le guardie giurate, che lo disarmano e lo trattengono fino all’arrivo dei carabinieri.
Sentiamo e leggiamo di giovani dottoresse accompagnate da qualche parente durante il turno in guardia medica, a mó di guardia del corpo.
Ed è di pochi giorni fa la notizia che la Asl di Torino ha deciso di dotare i suoi pronti soccorso di vigilanza armata h24 e di potenziare la videosorveglianza.
Stando ai dati della FIMGC, la federazione dei medici di base, in Italia si verificherebbero in media 3 aggressioni al giorno, senza contare gli episodi non denunciati, e in sette casi su dieci l’aggredito è una donna.
Ogni violenza, lo crediamo fermamente, é da condannare, da qualunque parte venga e a chiunque sia rivolta.
Quella contro un camice bianco é da condannare due volte.
Quella contro una donna col camice bianco é da condannare poi tre, mille volte.
Sappiamo di una proposta di legge contro la violenza in Sanità presso la Camera dei Deputati, che dovrebbe essere all’ultimo atto del suo percorso giuridico. La legge in questione comporterà il riconoscimento dello status giuridico di “pubblico ufficiale” per qualunque operatore impegnato nell’assistenza sanitaria, al pari di un pubblico ufficiale.
Ma sappiamo anche che il camice bianco risponde quasi sempre con il perdono alla violenza subita. Da vero eroe. Eroe silenzioso, come tanti eroi silenziosi in Sanitá.
Come sosteneva Mahatma Gandhi, il debole non é mai capace di perdonare. Il perdono é una caratteristica del forte.