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Quale Futuro senza medici, posti letto e ospedali?

Post di Gaetano Lanza

La Corte di Cassazione Penale con sentenza n. 8885 del 3 marzo 2016 ha affermato che “ai fini dell’accertamento dell’esercizio abusivo della professione medica non è il metodo scientifico adoperato ma la natura dell’attività svolta. Ciò che caratterizza l’attività medica, per la quale è necessaria una specifica laurea ed una altrettanto specifica abilitazione, è la “diagnosi” cioè l’individuazione di una alterazione organica o di un disturbo funzionale, la “profilassi” ossia la prevenzione della malattia, la “cura” , l’indicazione dei rimedi diretti ad eliminare le patologie riscontrate ovvero a ridurre gli effetti. Non ha rilievo la circostanza in cui queste tre componenti della professione medica siano effettuate – omissis – in quanto ciò che rileva e che siano poste in essere da soggetti che non hanno conseguito la prescritta abilitazione medica”. Si parla di esercizio abusivo e allo stesso tempo si definisce la “professione medica”.

Forse tra qualche secolo leggeranno questa sentenza e rideranno. Per la “diagnosi” c’é giá Watson, il supercomputer, o comunque l’intelligenza artificiale, in grado di fare una diagnosi meglio di qualunque umano, una volta che gli si forniscono dati sufficienti. E da lí a dare anche un’indicazione terapeutica appropriata secondo linee guida internazionali, tenendo anche conto della complessitá del caso singolo, il passo é davvero breve. E se bisogna intervenire, c’é un equipe…di robot, preimpostati e performanti, magari sotto l’occhio vigile di un medico , ma non necessariamente. E magari a sottoporsi all’intervento di riparazione o sostituzione d’organo sará un paziente speciale, un cyborg o un androide. Se poi leggiamo o ascoltiamo Ray Kurzweil, che non é uno scrittore di fantascienza, ma un informatico, inventore e saggista, che si occupa di intelligenza artificiale, transumanesimo e tecnologie, la specie umana é abbastanza prossima alla cosidetta “singolaritá”, momento in cui supera la propria biologicitá e raggiunge, grazie all’ingegneria genetica, le nanotecnologie e l’intelligenza artificiale forte, uno stato di assenza di malattie e pseudoimmortalitá, ovviamente col controllo delle nascite e quindi della specie umana (qualcosa che ci fa quasi paura, perché evocherebbe la “autoselezione non della razza ma della specie”). Questo potrebbe essere lo scenario tra qualche secolo. L’argomento uomo-macchina é solo all’inizio e alle sue prime pagine del lungo capitolo che riserva un finale, forse, travolgente.

Leggiamo su alcuni quotidiani che il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia sogna un ospedale senza letti, e che lo ripete spesso ai convegni a cui è invitato. Leggiamo che il Direttore Generale della AULSS 2 di Treviso Francesco Benazzi sogna un ospedale senza medici, e che, andando sul concreto, organizza proprio i reparti in tal senso come da articolo della Tribuna di Treviso del 12 febbraio scorso.  Hanno letto come me Kurzweil? Non credo. Ovviamente e naturalmente fino a prova contraria, sono equivoci o provocazioni dei due politici.  Anche Antonio De Palma Presidente del Nursing UP ha nei suoi sogni reparti senza medici in cui il paziente “evita che debba sobbarcarsi file interminabili nei pronto soccorso, talvolta per sintomatologie ben lungi da essere gravi e che possono tranquillamente essere identificate da un infermiere, trattate immediatamente come meglio si conviene, interpellando in caso di bisogno il medico specialista e, ove necessario, provvedendo a destinare il paziente al servizio più idoneo”. Perché non introdurre l’intelligenza artificiale nei PS o nei triage? mi chiedo. Sarebbe comunque un passo avanti rispetto alla procedura tradizionale.

Insomma, sembra che i nostri politici stiano facendo un serio passo avanti verso un Futuro con sempre meno medici, posti letto e ospedali.

Il D.M. 70/2015 stabilí gli “standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” ed in particolare  che le Regioni avrebbero dovuto provvedere “entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, ad adottare il provvedimento generale di programmazione di riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto (p.l.) per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie”.
Il famoso 3,0 PL/acuti e lo 0,7 PL Post Acuti ‰ abitanti tanto ha fatto e fa ancora discutere perché ha fatto precipitare il nostro Paese tra gli ultimi posti per dotazione Posti Letto in ambito europeo e non solo. La Francia é a quota 6.4, la Germania a 8.2, il Belgio a 6.3, il Portogallo a 3.4, la Spagna a 3.1.  Mentre Svezia e UK si collocano rispettivamente a 2.7 e 2.9 essendo dotati di servizi territoriali che permettono un’efficace assistenza extra-ospedaliera. Intanto aumentano le lamentele dei cittadini per il protrarsi delle lunghe attese sulle barelle o da casa in attesa di un posto letto, mentre ad oggi, al raggiungimento dei 3,0 ‰ ab. per acuti mancano all’appello oltre 5.600 PL e  per lo 0,7 ‰ dei Post Acuti ne mancano quasi 9.000.
L’obiettivo del 3,0 PL/acuti é stato raggiunto se é vero, come mostra la Tab 3 del 2017 del Ministero della Salute, che in Italia siamo scesi a 2.93, con Calabria (con 2.4) regione piú “virtuosa” in tal senso (se di virtú possiamo qui parlare).

Non parliamo poi della carenza di medici nei nostri ospedali di cui piú volte ci siamo occupati.

E’ chiaro che l’obiettivo vuole essere quello di ricoverare sempre meno pazienti negli ospedali e sempre piu’ cercare di curarli a domicilio o in strutture protette su territorio.

Ma potrebbe essere che una volta tanto i nostri politici sono piú proiettati rispetto ai loro colleghi stranieri verso un Futuro senza medici, senza ospedali ?

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