di Gaetano Lanza
L’inizio di questo millennio é caratterizzato da tre piú importanti novitá riguardanti la Medicina, vale a dire Sanitá Digitale, Big Data e value-based healthcare (VBH).
Il digitale, vera rivoluzione di fine ‘900, consente oggi facilities prima inimmaginabili e quindi possibilitá di networking tra individui, professionisti e centri con raccolta e rapida analisi, anche attraverso l”intelligenza Artificiale, di enormi quantitá di dati sanitari, resi disponibili da data base on line, cartelle elettroniche, fascicolo sanitario elettronico e cosí via.
Su queste nuove strategie puntano le nostre Istituzioni, in accordo con quelle europee e internazionali, per favorire l’ammodernamento e l’efficientamento del sistema sanitario al fine pratico di promuovere e garantire la salute e il benessere di ogni cittadino (VBH).
Nel concetto di VBH il cittadino-paziente occupa il centro del sistema e, per garantire la sua salute, attorno a lui ruotano tutti i servizi a lui dedicati dai ricoveri ospedalieri, alle visite ambulatoriali di medicina generale e specialistica, agli esami di screening e di laboratorio, alle prescrizioni farmaceutiche, alle indagini specialistiche, agli studi clinici, alla telemedicina e cosí via.
Di tutto questo si rende conto il chirurgo vascolare, che oltre a curare la malattia in quel malato si prende cura della malattia e del malato.
Appare quindi evidente perché la digitalizzazione in Sanitá prevista dalla Missione 6 del nuovo PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) rappresenti oggi l’unica opportunità e occasione per dar vita a un sistema sanitario più moderno, agile ed efficiente e soprattutto maggiormente focalizzato sulle esigenze del cittadino-paziente. La Sanitá Digitale e la raccolta e gestione dei Big Data giocano ovviamente un ruolo chiave in tutto questo. Ad esempio la telemedicina, che già, sempre secondo i dati dell’Osservatorio, è passata da livelli di adozione compresi tra il 10% e il 20% a una media ben più alta compresa tra il 28% e il 47% avrá anch’essa a disposizione sempre piú spazi e fondi, come sostengono i nostri politici. Anche i Big Data, i Datalake e i Cloud svolgeranno un ruolo sempre piú importante, essenziale, centrale e da protagonista. E’ questo il tempo anche dell’applicazione e dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, della Machine Learning e dell’Apprendimento Automatico dei Sistemi di Reti Neurali.
Sará peró fondamentale e strategica la governance di questo nuovo sistema, vale a dire saper integrare e valorizzare l’ingente patrimonio di dati a disposizione proveniente da diversi enti nazionali, regionali, locali.
Diamo solo qualche cifra che si commenta da sé: 15,63 miliardi di euro da NGEU (Next Generation EU) e 4,6 miliardi dal Fondo Complementare, in totale 20,23 miliardi di euro destinati al settore Sanità e previsti nel PNRR che ammonta a 221 miliardi di euro, risorse cosí definite con lo scostamento di bilancio da utilizzare entro il 2026.
La seconda Componente della Missione 6 si intitola “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale” e punta al “rinnovamento e ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del SSN anche mediante il potenziamento della formazione del personale”.
Le Societá Scientifiche, anche se non hanno accesso diretto ai fondi del PNRR, non devono peró stare a guardare il treno che passa.
La rivoluzione digitale interessa tutta la Sanitá, non solo le Istituzioni, le Amministrazioni, le Universitá, gli Ospedali, gli Istituti di Ricerca, i Laboratori, i Professionisti, ma anche le Societá Scientifiche.
La nostra SICVE per stare al passo con questa nuova Sanitá, dovrá avere nel “proprio PNRR” e nel suo DNA lo sviluppo di almeno i seguenti punti fondamentali :
– Networking e Health Technology Assessment dei centri di chirurgia vascolare su territorio nazionale.
– Nuovi sistemi di ICT – Information and Communication Technology – Sanitá Digitale e governance di Big Data sulle procedure di chirurgia vascolare nel nostro Paese oltre che sull’outcome dei pazienti, secondo una nuova visione Patient Oriented e di VBH.
– Collaborazione tra chirurgo vascolare e altre figure professionali quali Medici di Medicina Generale, Infermieri e Caregivers, altri Specialisti e Associazioni Pazienti quali skakeholder alla pari.
– Interfaccia con i programmi e i progetti di Ministero della Salute, MIUR, ISS, Agenas, Regioni, Enti Pubblici e Privati, Ospedali, Istituti di Ricerca, Aziende di Settore.
– Raccolta dati piú performante riguardanti non solo le procedure ma anche gli outcome dei pazienti possibilmente tramite interconnessione con data base istituzionali o altri registri o mediante utilizzo di applicazioni per dispositivi mobili per lo stesso paziente / caregiver / familiare / medico di famiglia / altro specialista.
Sta a noi salire sul treno che passa con il PNRR.