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Memorandum Italia Cina

Era il 1405. Al comando dell’ammiraglio Zheng He l’imperatore della Cina lanció una delle spedizioni navali piú ambiziose della storia. Ventottomila marinai su 317 caravelle, ognuna lunga cinque volte piú di quelle tre che a fine secolo un certo Colombo da Genova fará fatica ad ottenere. Il mondo per altri quattro-cinquecento anni non avrebbe visto nulla di simile. Per ben sette volte fino al 1433 l’ammiraglio in capo circumnavigó il Sud Est asiatico spingendosi fino all’Africa. Incisioni dell’epoca ritraggono giraffe portate dall’ammiraglio alla corte cinese come trofeo. I cinesi erano all’apice del progresso. Avevano la polvere da sparo, la bussola, persino la stampa. Era il colosso economico e culturale mondiale. Noi in Europa avevamo la peste, l’Inquisizione di Galileo e il rogo di Giordano Bruno.

Un giorno l’imperatore illuminato di nome Jongle morí e i sovrani che gli succedettero decisero che non servivano piú scoperte, esplorazioni, flotte. Le trecento e passa caravelle famose furono bruciate per scaldare i cinesi. Di fatto fu ripristinata la Grande Muraglia costruita a partire dal 215 a.C. dall’imperatore Qín Shǐ Huáng. La Cina si chiuse in se stessa. Da allora solo caos, collasso, decadenza, guerre civili, miserie, rivoluzioni.

Passano sei secoli. Sentiamo, leggiamo, vediamo il Colosso risorto dalle ceneri e pronto a invadere il mondo.  Di nuovo esplorazioni, tecnologie, scoperte, missioni all’estero. La Muraglia é solo il sito piú visitato al mondo dopo il Louvre (Pompei al quarto posto).

L’imperatore Xi Jinping con la sua bella regina, su una caravella gigante volante con nutrito seguito reale, sbarca a Roma e porterá alla sua corte come trofei delle carte stampate e firmate ciascuna chiamata memorandum e pare che siano diverse.

Si chiama “via della seta” in onore di Marco Polo, citato da Xi Jinping (pare unico italiano citato nel discorso ufficiale). In Italia montano le critiche. Deve essere a doppio senso, dicono. Bisogna fare attenzione a non essere fagocitati dal Colosso. Non bisogna svendere parti di nostra sovranitá. Attenzione ai porti. Pare che quello di Trieste sia strategico e appetitoso. I cinesi lo stanno comprando. Come stanno comprando ristoranti, fabbriche, cittá e paesi della nostra penisola. Dispongono della bussola che orienta i telefonini, della polvere che spara in silenzio e della nuova stampa che si chiama internet.

Intanto il nano e il gigante hanno firmato anche un patto, un memorandum dedicato alla sanitá, che alleghiamo, tra ISS e Ospedale di Shanghai.

memorandum

Mentre in altri settori, quasi tutti, abbiamo pochi dubbi, in sanitá abbiamo seri dubbi su chi sia davvero il nano e chi il gigante.

La parola memorandun viene dal latino e vuol dire da ricordare. Ricordiamocelo, appunto!

XXI CONGRESSO NAZIONALE SICVE

NH Congress Centre
Milano Fiori Assago, Milano
5-7 Novembre 2023