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Le Raccomandazioni di Bruxelles. Post di Gaetano Lanza.

Porta la data del 20 maggio il Documento col quale la Commissione Europea pubblica le “Raccomandazioni” ai Paesi membri in merito alle politiche di riforma socio-economico-sanitaria conseguenti alla pandemia Covid. Alleghiamo il Documento per l’Italia, che merita di essere letto per intero.

Documento CE

Siamo ( o dovremmo essere) tutti concordi sull’analisi fatta delle condizioni peculiari in cui si é venuto a trovare il nostro Paese e sulle principali indicazioni da seguire, in particolare sulla necessitá di un aumento ben consistente e immediato di investimenti pubblici e privati per salvaguardare la salute dei nostri cittadini e consentire una solida ripresa economica.

La pandemia di Covid-19 -si legge- ha sottoposto il sistema sanitario nazionale a una pressione senza precedenti, facendo emergere debolezze strutturali e la necessità di incrementare la preparazione in risposta agli eventi di crisi. Nonostante la spesa sanitaria sia inferiore alla media dell’UE, il sistema sanitario italiano è caratterizzato da servizi universali altamente specializzati e di buona qualità e in generale è riuscito a fornire un’assistenza accessibile. Tuttavia, soprattutto all’inizio della pandemia, la frammentazione nella governance del sistema sanitario e nel coordinamento tra autorità centrali e regionali ha rallentato l’attuazione di alcune misure di contenimento. La risposta dei sistemi sanitari regionali alla crisi si è basata principalmente su una mobilitazione straordinaria, in particolare del personale sanitario e dei servizi sociali locali, che ha compensato i limiti dell’infrastruttura fisica, del numero di operatori sanitari e degli investimenti degli anni passati volti a migliorare le strutture e i servizi. Il governo italiano ha compiuto sforzi notevoli per contenere la diffusione del virus, alleviare la pressione sugli ospedali e generare ulteriore capacità di assistenza. È attualmente in fase di elaborazione una strategia di contenimento a più lungo termine per garantire un ritorno in sicurezza alle attività produttive. Oltre a migliorare i processi di governance e i piani di preparazione alle crisi, le politiche post Covid-19 dovrebbero puntare a colmare la carenza di investimenti pubblici nell’assistenza sanitaria. Nel medio-lungo termine lo sviluppo di un piano strategico di investimenti sarà fondamentale per migliorare la resilienza del sistema sanitario italiano e garantire continuità nella prestazione di servizi di assistenza accessibili. A fronte delle attuali proiezioni relative alla forza lavoro nel settore sanitario, dovrebbe essere data priorità all’elaborazione di politiche volte a rimuovere gli impedimenti alla formazione, all’assunzione e al mantenimento in servizio del personale sanitario.

E dunque la Raccomandazione é di “attuare, in linea con la clausola di salvaguardia generale, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia e sostenere l’economia e la successiva ripresa; quando le condizioni economiche lo consentano, perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, incrementando nel contempo gli investimenti; rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario per quanto riguarda gli operatori sanitari, i prodotti medici essenziali e le infrastrutture; migliorare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali.”

Ma attenzione, l’Europa ci ricorda anche che : L’Italia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel suo programma di stabilità 2020 il governo prevede un peggioramento del saldo nominale, che passerà da un disavanzo dell’1,6 % del PIL nel 2019 a un disavanzo del 10,4 % del PIL nel 2020. Dopo essersi stabilizzato al 134,8 % nel 2019, secondo il programma di stabilità 2020 il rapporto debito pubblico/PIL salirà al 155,7 % nel 2020. Le prospettive macroeconomiche e di bilancio risentono dell’elevata incertezza dovuta alla pandemia di Covid-19. Alla base delle proiezioni di bilancio vi sono rischi specifici del paese, vale a dire l’entità considerevole delle garanzie pubbliche e la volatilità dei rendimenti dei titoli sovrani.”

Le indicazioni che giungono da Bruxelles si possono riassumere in una sola parola: rilancio. E’ la stessa parola che ha scelto il nostro Governo per battezzare il Decreto che dovrá rilanciare appunto il nostro Paese.

Per quanto riguarda la Sanitá il rilancio vuol dire investimenti per :

a) infrastrutture e personale medico e di altre professioni sia a livello ospedaliero che territoriale,

b) ricerca e nuove tecnologie,

c) formazione e aggiornamento,

d) digitalizzazione dei sistemi,

e) efficientamento della governance e delle sinergie tra istituzioni, stato centrale, regioni e periferie.

E se lo stesso discorso, le stesse indicazioni e raccomandazioni, le stesse cinque proposte di investimenti valessero per rilanciare anche la nostra SICVE ?

Proviamo a declinare il parallellismo dei suddetti investimenti per :

a) infrastrutture e personale ….. per favorire la partecipazione alla vita attiva societaria,

b) ricerca e nuove tecnologie,

c) formazione e aggiornamento,

d) digitalizzazione dei sistemi,

e) efficientamento delle sinergie tra Direttivo, Referenti Regionali e Soci.

Sarebbe un buon Decreto Rilancio per SICVE.

XXI CONGRESSO NAZIONALE SICVE

NH Congress Centre
Milano Fiori Assago, Milano
5-7 Novembre 2023