Dal 28 al 31 Maggio si è tenuto il Leipzig International Course – LINC 2024, un importante meeting di risonanza internazionale che ha visto protagonisti, oltre ai già affermati nomi della Chirurgia Vascolare, centinaia di giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Nel contesto del Poster Award”, in cui sono stati presentati lavori scientifici e challenging cases giudicati da una giuria internazionale e multidisciplinare, la Dr.ssa Carlotta Bugna – medico specializzando in Chirurgia Vascolare presso l’Università Vita-Salute San Raffaele diretta dal Prof. Germano Melissano (Professore ordinario di Chirurgia Vascolare presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, IRCCS Ospedale San Raffaele), membro attivo della SICVE ed entusiasta partecipante ai programmi scientifici proposti dalla sezione SICVE Young- ha vinto il premio di best original research (https://www.leipzig-interventional-course.com/visitors/scientific-poster-award/) con il lavoro intitolato “Identifying the risk factors for long-term complications and mortality after open abdominal aortic aneurysm repair in a high-volume aortic center”.
Lo studio monocentrico, condotto dalla Dr.ssa Bugna sotto la supervisione del Prof. Andrea Kahlberg (Prof. associato di Chirurgia Vascolare presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, IRCCS Ospedale San Raffaele) analizza gli outcome a lungo termine e i
fattori di rischio per mortalità e reintervento aorta-correlato del trattamento open della patologia aneurismatica dell’aorta addominale sottorenale in un’ampissima coorte di pazienti (oltre 900 procedure) trattati presso l’U.O. di Chirurgia Vascolare del IRCCS
Ospedale San Raffaele diretta dal Prof. Roberto Chiesa.
Secondo la Dottoressa, focalizzare l’attenzione sui fattori di rischio che influenzano queste procedure permetterebbe – assieme alla centralizzazione della patologia aortica complessa in centri ad alto caseload- di standardizzare le tecniche e migliorare gli outcome generali di procedure open che, nell’era del trattamento endovascolare, sono riservate ad un sempre più ridotto numero di pazienti.
Secondo la Dottoressa, focalizzare l’attenzione sui fattori di rischio che influenzano queste procedure permetterebbe – assieme alla centralizzazione della patologia aortica complessa in centri ad alto caseload- di standardizzare le tecniche e migliorare gli outcome generali di procedure open che, nell’era del trattamento endovascolare, sono riservate ad un sempre più ridotto numero di pazienti.
Un ampliamento della coorte dei pazienti, ancor più se arricchito dal confronto multicentrico, sarebbe dunque auspicabile per futuri studi.