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Carenza Medici in Italia finita su Lancet

Da tempo e da piú parti sale la denuncia. In Italia stiamo correndo il rischio serio di non avere Medici a sufficienza nelle corsie dei nostri Ospedali. Sempre meno gli specialisti. Si viene a sapere di Concorsi ai quali non si presentano concorrenti, come é successo di recente per un Pronto Soccorso del centro e in un altro per un Servizio di Anestesia del Nord. Le proiezioni sono allarmanti. Se si va di questo passo tra una decina di anni la Sanitá sará in ginocchio in un Paese come il nostro che pure puó contare su uno dei Sistemi Sanitari piú avanzati al mondo (stima dell’OMS che metteva pochi anni fa l’Italia ai primi posti dopo l’Australia).

Del problema si é accorto anche il Ministero della Salute che di recente ha introdotto la normativa che allarga i Concorsi anche agli Specializzandi all’ultimo anno del Corso di Specializzazione o stava lavorando sulla proposta di “teaching hospital” come alternativa al Corso tradizionale di Specializzazione in Universitá. Soffriamo anche del  blocco di assunzioni adottato da qualche anno a questa parte per le famose “leggi di bilancio”. Mettiamoci anche il blocco adottato da alcune Regioni per evitare di rimpiazzare Primari che vanno in pensione. I Primari costano di piú.

Ha fatto una certa notizia e un pizzico di impressione che il problema sia finito qualche giorno fa anche sulla prestigiosa rivista The Lancet, che giá ad aprile scorso se ne era occupata con un altro articolo (Lancet. 2019 Apr 13;393(10180):1492. doi: 10.1016/S0140-6736(19)30849-9).

Quest’altro articolo recente che qui alleghiamo e’ firmato da Luca La Colla, anestesista della Duke University, Dhuram, USA.

The Lancet

L’articolo é alquanto duro ma abbastanza condivisibile.

La conclusione é che “there is inadequate understanding of the real problems. The rest of the world is moving fast, and Italy is reaching a point of no return”. Il motivo principale, secondo l’articolo, é la scarsa attrazione che il  nostro Paese esercita verso i camici bianchi. “Inadequate working conditions, little stability, growth, or potential for career progression, low salaries, the commixture of politics and the healthcare system, and fake recruitment committees (the notorious Concorsi Truccati) hit the headlines regularly”. Il quadro che ne esce é quello di un Paese che ha molte pecche “di politica” (ne sappiamo qualcosa anche di questi giorni di piena crisi di Governo) prima e “di politica sanitaria” poi. L’Italia non attrae e quindi perde pezzi. Attrae forse solo Medici di altri Paesi meno sviluppati (dell’EST Europa, del Pakistan si dice nell’articolo), mentre i nostri neo laureati e neospecialisti sono piú attratti da altri Paesi (ne abbiamo parlato in qualche Post fa).

Certo, articoli come questo non aiutano, anzi affondano il famoso coltello nella piaga. Ma questa purtroppo é la realtá o comunque cosí appare alla maggior parte degli osservatori.

Noi cosa possiamo fare nel nostro piccolo, che poi piccolo non é, oltre che unirci al coro di denunce (é sempre facile criticare, ma noi in Italia pare siamo specialisti).

La risposta é semplice. Rendere piú attrattiva la nostra fetta di specialistica. Chiediamo intanto piú Borse di Specializzazione finanziate. Sopratutto cerchiamo di tenerci stretti i nostri giovani neospecialisti, facendo loro capire che in Italia abbiamo ottime scuole all’avanguardia e ottimi maestri apprezzati all’estero. E ai maestri chiediamo di fare al meglio i maestri, che non vuol dire solo saper pubblicare.

Tutto questo la nostra Societá puó e deve farlo.  Sperando che su Lancet prima o poi si legga un’Italia migliore.

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