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31 maggio, Giornata Mondiale per la lotta contro il fumo. Post di Gaetano Lanza.

Presentata all’Istituto Superiore di Sanitá (ISS), il 31 maggio (data in cui pubblichiamo) ricorre la Giornata Mondiale senza tabacco, che qui vogliamo celebrare anche noi.

Non  é mai abbastanza dichiararsi schierati nella lotta al fumo, considerato tra i nemici numero uno per le malattie vascolari. E sappiamo quanto sia importante prevenire e combattere i fattori di rischio. Dalla Legge Sirchia in poi, progressi sono stati fatti. Stop al fumo attivo e passivo nei locali pubblici. Molti Ospedali si sono etichettati da tempo “Ospedale senza fumo”. il Sindaco Sala a Milano il 19 gennaio dichiarava entro qualche mese il divieto di fumare all’aperto alle fermate dei mezzi pubblici e lungo le code per accedere a servizi comunali o a musei e dal 2030 il divieto esteso a tutti i luoghi pubblici della città, dalle piazze alle aree verdi, come già previsto a New York dal 2011. Da lí a poco ci avrebbe pensato il virus a schiarire il cielo a Milano. Tra parentesi, recenti rapporti e studi hanno dimostrato (non ci voleva molto) che il virus ha danneggiato molto di piú i polmoni di fumatori.

E’ interessante anche conoscere alcuni dati Covid correlati.

Dai dati in mano all’Istituto Superiore di Sanità, realizzati in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO) e la Doxa, e presentati il 29 maggio in ISS, nel periodo del lockdown sono diminuiti i fumatori di sigaretta tradizionale, mentre sono aumentati i consumatori e i nuovi adepti al tabacco riscaldato e alla sigaretta elettronica. Tra i fumatori di sigaretta tradizionale, infatti alcuni, anche se pochi, sono riusciti a smettere di fumare, ma quelli che non hanno smesso hanno invece aumentato il numero di sigarette fumate.

E’ diminuita la prevalenza dei fumatori durante il lockdown dal 23,3% al 21,9%, che vuol dire circa 630 mila fumatori in meno (334 mila uomini e 295 mila donne, circa 206 mila giovani in meno tra 18-34 anni, 270 mila in meno tra 35 e 54 anni e circa 150 mila in meno tra 55 e 74 anni).

Purtroppo però il 9% della popolazione la cui stima è di circa 3,9 milioni di persone ha aumentato o iniziato il consumo di tabacco. E’ risultata anche alta la percentuale di incremento delle sigarette al giorno nelle fumatrici che è stato del 15,2% rispetto al 3,6% riscontrato negli uomini.

Questi i dati per la sigaretta elettronica: 436 mila in più durante il lockdown. Prima del lockdown erano l’8,1% della popolazione italiana, e durante il lockdown sono saliti al 9,1%. Tra gli utilizzatori di sigaretta elettronica il 38,9% ha incrementato il numero di puff, il 18,0% ha ripreso regolarmente, il 17,0% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale, il 13,0% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13% non l’aveva mai provata prima del lockdown.

Per i prodotti a tabacco riscaldato, sotto i riflettori per aspetti molto controversi dopo il loro lancio come prodotti firmati meno dannosi o addirittura innocui rispetto alla sigaretta tradizionale e alla sigaretta elettronica: la metà degli utilizzatori ha iniziato a utilizzare il prodotto per la prima volta durante il lockdown, mentre 1 consumatore su 5 è diventato abituale, soprattutto tra i giovani. Prima erano il 4,1% degli italiani (18-74 anni), ovvero circa 1.787.600 persone e durante il lockdown sono saliti al 4,4%.. Tra gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato durante il lockdown, il 45,0% ha iniziato ad utilizzarli, il 23,1% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale, il 18,6% la utilizzava raramente ed è diventato un consumatore abituale, il 13,4% ha ricominciato. Coloro che hanno dichiarato di aver aumentato l’uso di prodotti a tabacco riscaldato durante il lockdown sono soprattutto i giovani.

Il nostro auspicio é che terminato ora il lockdown si fumi di meno, anche perché, come risulta da ció che hanno dichiarato quasi tutti gli intervistati, dovrebbe ridursi quel nervosismo o stato d’ansia che caratterizza l’alibi (perché questo crediamo sia) del fumatore. Sempre che si torni ad essere piú sereni se il virus ci lascerá in pace e se la vita tornerá ad essere quella di prima. Ma crediamo anche che il fumatore incallito qualche altro alibi se l’andrá a cercare comunque.

XXI CONGRESSO NAZIONALE SICVE

NH Congress Centre
Milano Fiori Assago, Milano
5-7 Novembre 2023